Art Team

ArtTeam. Un metodo per il team building
Cos’è l’ Arteterapia

L’Arteterapia è un metodo attraverso il quale si può attingere alla propria creatività rendendo visibili le emozioni, comunicando con le immagini e non con le parole. L’utilizzo dei medium artistici, appositamente studiati per ogni singolo intervento, rende facile e fluido il processo creativo. È proprio questo ciò che più interessa rispetto al risultato finale: come l’individuo lavora, come si approccia ai materiali, come li usa. Per questo mi piace dedicare attenzione alla preparazione dei materiali ed alla loro presentazione ogni qual volta introduco una sessione. Il medium è uno strumento fondamentale per noi artisti, per esperienza sappiamo che più i materiali sono di qualità più sosterranno la nostra creatività e sarà facile esprimersi.

Altro aspetto decisivo è il lavoro che viene svolto prima della sessione: la ricerca della proposta che meglio si adatta all’esigenza di chi richiede l’intervento dell’Arteterapista. Questa fase viene spesso affrontata in collaborazione con l’insegnante, lo psicologo o psicoterapeuta, gli educatori o altre figure di riferimento del contesto in cui si lavorerà. Si stilerà dunque un progetto ad hoc con obiettivi condivisi. Significativa quindi è la fluidità di comunicazione con queste figure, prima, dopo e anche durante gli interventi.
L’Arteterapia possiede la peculiarità di donare, a chi le si avvicina, uno spazio protetto in cui esprimersi in libertà, sperimentare e sperimentarsi. Non vengono date a chi partecipa indicazioni su come lavorare, ma semplicemente stimoli dai quali partire. L’ Arteterapista è una figura dunque di supporto che assiste ed accompagna durante tutte le fasi del lavoro.

I tre tempi dell’Arteterapia

Una sessione di Arteterapia si suddivide in tre tempi: lo stimolo, il processo creativo e la condivisione. 

Inizialmente viene introdotto il tema e si presentano i materiali artistici scelti per l’occasione. Lo spunto può essere dato in molti modi: con una lettura, un breve esercizio di movimento corporeo, una musica, una meditazione, un gioco. Si consente così ai partecipanti di “arrivare” ed entrare nel lavoro.

Il momento della produzione dell’opera occupa lo spazio temporale più ampio concedendo a tutti la tranquillità necessaria per scegliere con calma il materiale, sperimentarlo, cambiarlo se necessario ed entrare in contatto con la tematica proposta portando a termine il lavoro. 

L’ultima frazione di tempo a disposizione viene dedicata alla condivisione. E’ un momento molto delicato in cui ci si distacca dalla propria opera, la si osserva dall’esterno e si lasciano affiorare parole, emozioni, vissuti, impressioni. La condivisione è libera e sempre supportata dall’Arteterapista. Suo compito infatti è guidare l’intera sessione con attenzione ed accoglienza, garantendo il rispetto della sensibilità di ciascuno.

Anche la condivisione può essere proposta in diverse forme a seconda del contesto, del numero dei partecipanti e del tempo a disposizione.

Applicazioni possibili

L’Arteterapia è un metodo versatile che si adatta a svariate situazioni e ad utenze differenti. Dai bambini agli anziani, dagli adolescenti a gruppi di persone con disagi sociali, psichici o fisici. Così come può trovare terreno fertile anche nell’ambito della crescita personale del singolo o del gruppo.

Uno degli ambiti in cui può essere utilizzata efficacemente è quello aziendale o di gruppo, indagando le tematiche delle relazioni e degli equilibri che sistematicamente si creano al loro interno e diventando per ciascuno occasione di riflessione in merito alle proprie dinamiche. Molto utile nelle aziende, qualora si voglia creare o cementare ulteriormente un buon gruppo di lavoro. Il contatto con i materiali artistici, i colori, gli odori che molti non avvicinano dai tempi delle elementari permette di riscoprire un mondo dimenticato che agevola la creatività, anzi, la risveglia. La libertà di espressione di questo metodo mette nelle condizioni di lasciare andare giudizi e pregiudizi, sperimentando nuove strade per giungere alla creatività.

Con il linguaggio non verbale dell’Arteterapia i partecipanti al gruppo si mettono in relazione gli uni con gli altri fisicamente e tramite il medium artistico. Hanno l’opportunità di lavorare sia singolarmente che in gruppo seguendo un percorso specifico calibrato sugli obiettivi richiesti dall’azienda o dal gruppo stesso.

ArtTeam

In occasione di due edizioni del Master Ciba di Pisa ( 2019 e 2020) ed in collaborazione con Eraclito 2000, ha preso vita il progetto “ArtTeam”.

Partendo dall’esigenza di far sperimentare agli Allievi del Master il lavoro in gruppo secondo il metodo dell’Arteterapia, è stata proposta loro una sessione impegnativa ed efficace che ha dato numerosi spunti di riflessione a chi vi ha partecipato.

L’esperire è fondamentale per interiorizzare alcuni concetti. Oltre la teoria, la pratica, ed in questo caso la pratica creativa, permette di sondare le proprie emozioni, i propri vissuti e le proprie criticità rispetto ad una tematica specifica, portandole alla luce con più facilità che con le parole. Con il progetto ArtTeam si intende portare i partecipanti ad una consapevolezza maggiore in riferimento al proprio stare nel gruppo. Si ha l’occasione di cogliere particolari e imparare ad ascoltare le proprie sensazioni, anche in funzione di una crescita professionale.

Il processo creativo ed i materiali sono veicoli per agevolare una comunicazione con l’interiorità. L’arte in generale, rende visibile e tangibile ciò che abitualmente non lo è. Le immagini che si creano restano nel tempo e sono testimoni del processo di evoluzione della persona, fungono da “promemoria” anche per il futuro.

Il laboratorio ArtTeam è suddiviso in due momenti:

Il primo è quello dello stimolo e della realizzazione dell’opera. La sala è preparata in anticipo dall’Arteterapista stendendo una lunga striscia di carta da pacco e lasciando diversi materiali artistici tra cui scegliere ( pastelli a olio, tempere, gessetti, acquerelli). In questo caso lo stimolo è dato solo da alcune semplici indicazioni: dopo aver scelto liberamente il materiale da utilizzare i partecipanti si posizioneranno a terra uno di fianco all’altro lungo tutta la striscia di carta in modo tale da avere ciascuno una sezione di foglio su cui lavorare. Il soggetto è libero e si invitano invece i ragazzi a prestare attenzione a cosa si muove al loro interno durante tutta la durata del lavoro. Nel corso della sessione  infatti accadranno alcune cose e ciascuno dovrà notare e riconoscere l’insorgere di pensieri, sentimenti, emozioni, sia positivi che negativi.

Dopo i primi minuti di lavoro individuale in cui ciascuno inizia un suo personale processo creativo, l’Arteterapista interviene ed invita tutti a lasciare il proprio lavoro e spostarsi sulla destra andando a posizionarsi in corrispondenza del lavoro di un compagno. I partecipanti saranno dunque invitati a continuare l’opera che si trovano davanti per altri cinque/dieci minuti finchè verrà segnalato un nuovo cambio e dovranno spostarsi ancora sulla destra. Si andrà avanti così finchè il tempo a disposizione non sarà terminato o finchè ciascuno tornerà a lavorare sul proprio spazio iniziale.

Ciò che accade durante una sessione di questo tipo dice molto di come siamo e come stiamo all’interno di un gruppo, che sia di lavoro o di altro genere.

La seconda parte della sessione è quella dedicata alla condivisione: si osserverà tutti insieme l’opera per intero e ciascuno avrà l’occasione di raccontare il modo in cui ha vissuto il processo creativo. L’Arteterapista conduce questa fase attraverso alcune domande per aiutare i partecipanti ad esprimere le loro emozioni.

Come sono stato quando ho dovuto cambiare la prima volta e lasciare il mio lavoro a metà per andare sul lavoro di un altro? E’ stato facile lasciare? Cosa ho provato quando mi sono trovato di fronte il lavoro di un altro con l’indicazione di continuarlo? Come sono intervenuto su quel lavoro? L’ho coperto con il mio? Gli ho lasciato spazio? Oppure mi sono limitato a sottolineare alcuni contorni? Mi è piaciuto integrare il mio lavoro con quello del mio compagno? E quando ho visto il compagno a sinistra intervenire sul il mio lavoro appena lasciato come sono stato? 

Man mano che passa il tempo riesco ad entrare nel lavoro? Cerco di integrare di più il mio con quello degli altri? Cambio qualcosa del mio gesto o del mio tratto per accordarmi meglio con quello degli altri oppure preferisco distinguermi con un segno diverso? Tendo a criticare ciò che hanno fatto gli altri o cerco di capire cosa hanno fatto prima di intervenire? È cambiato qualcosa dall’inizio del lavoro alla fine? Come sono stato quando sono tornato nuovamente sul mio lavoro di partenza?

Quali materiali ho scelto?

Man mano che la condivisione prende il via, che i primi imbarazzi vengono stemperati e ciascuno prova ad esprimere tutte le sensazioni che ha attraversato, la discussione si anima. Si scopriranno atteggiamenti e vissuti completamente diversi gli uni dagli altri. 

La domanda che pongo dopo tutte quelle sopra è : “…E se quello che hai appena descritto potesse dire qualcosa di te, cosa direbbe?”

Con questa semplicissima domanda si prova ad indagare, ad aiutare a spostare l’attenzione su di sè, se ancora non lo si è fatto. Si approfondiscono le impressioni, le sensazioni che già si sono espresse, contestualizzandole nel gruppo.

Infine si osserva tutti insieme il lavoro nella sua totalità, cercando di descriverlo con poche parole e dandogli una connotazione: è uniforme? È armonico? É difforme? É delicato, vivace, forte, troppo forte? É diviso in più parti o sembra un’opera unica? Quali sono i colori che prevalgono? C’è il tratto di qualcuno in particolare che emerge o le tracce sei singoli si amalgamano bene tra loro? Ci sono soggetti che si ripetono?

A questo punto si sceglie tutti insieme il titolo da dare all’opera. Di nuovo si è chiamati a confrontarsi con la dinamica del gruppo per sostenere la propria opinione, quella di un altro o mediare tra differenti opzioni. 

Molti sono dunque gli stimoli che vengono dati a ciascun individuo durante tutte le fasi del lavoro, anche le più brevi. Sarà dunque una sessione intensa e ricca di stimoli da più punti di vista. Proprio per questo come ultimo suggerimento si invitano i partecipanti a scrivere, terminata la sessione, quanto è emerso, che sia stato condiviso oppure tenuto per sè, quando  il ricordo è ancora vivo.

Feedback di chi ha partecipato ad ArtTeam

“Una straordinaria esperienza che permette mediante l’arte di ritrovare l’equilibrio e la tranquillità”   Edoardo

“Le lezioni di Arteterapia sono state molto coinvolgenti e interessanti. Mi è particolarmente piaciuto il momento in cui, una volta finiti i nostri dipinti, siamo andati a  guardare quello degli altri. Penso che con l’Arteterapia,ho avuto la possibilitá di scoprire  i miei compagni, poichè ritengo che ogni dipinto riveli la parte più intima del nostro essere. Grazie Chiara Spataro”  Anca

“Erano anni che non mi ritrovavo davanti ad un foglio bianco con un tavolo pieno di colori. Inizialmente mi sono sentita spaesata ma pochi istanti dopo ho ritrovato in me quella sensazione di curiosità e stupore che provavo da bambina. La mia mente si è svuotata dai mille pensieri legati alla routine e mi sono immersa in una sconosciuta libertà. È stata un’esperienza unica!”   Beatrice

“Incontrando Chiara lungo il tuo viaggio potrai ricevere in dono un prezioso insegnamento. Come l’Oracolo di Delfi rispose a Chilone: conosci te stesso!”  Dario Francesco

“Un baule magico pieno di colori, un foglio bianco, un po’ di musica e siamo pronti a partire. Inizia il viaggio, inizia l’avventura che ti porta alla scoperta e riscoperta delle tue emozioni, ti rilassi e presto ti rendi conto di essere in contatto con il tuo io più profondo e allo stesso tempo di essere parte di un tutt’uno più grande.

È stato un viaggio incredibile e meraviglioso! Non vedo l’ora di partecipare di nuovo ad una tua attività di Arteterapia.

Grazie Chiara”.  Eleonora

Bibilografia

Meera Hashimoto – Il risveglio dell’arte, ed Urra

Bion W – Esperienze nei gruppi – Armando, Roma

Bion W. – Apprendere dall’esperienza – Armando

Waller D. – L’uso dell’arteterapia nei gruppi – FCISR

Moreno J.L. – Principi di sociometria, psicoterapia di gruppo e psicodramma – EtasKompass, Milano

Hornby N. – Non buttiamoci giù – Guanda

Chiara Spataro

Laureata in Scenografia a pieni voti all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Specializzata nella tecnica murale del Trompe l’oail, da anni lavora come pittrice decoratrice in Italia e all’estero affinando sempre più la sua tecnica pittorica. Ha partecipato a più edizioni dell’International Trompe l’Oeil Festival e collabora con Morgan Mural in California e con ARR&D Interiors, Milano. Ha attivato un progetto di Site Specific nella città di Prato in collaborazione con la Curatrice Erica Romano, realizzando diversi dipinti murali nel cortile della Biblioteca Lazzerini. Allo scopo di arricchire la sua figura professionale frequenta la scuola di Arteterapia di Lecco ed attualmente è in formazione alla Scuola di Counselling a mediazione artistica presso l’IGF di Firenze. Dal 2016 inizia una profiqua collaborazione con l’Asd Kyem conducendo numerosi laboratori di Arteterapia durante i ritiri yoga in Italia. Organizza brevi percorsi di Arteterapia presso lo Spazio Nu di Pontedera aperti ad adulti desiderosi di sviluppare la propria parte creativa e trovare uno spazio di libera espressione. Per il secondo anno consecutivo è intervenuta al Master Intensivo Ciba organizzato da Eraclito 2000 proponendo laboratori di Arteterapia per la crescita, la conoscenza personale ed il lavoro in team.